25 marzo 2014

Rerum vulgarium fragmenta

Un espatriato come me, non potendo avere internet sempre sul telefono, quando è in giro è sempre a caccia di reti wifi, e fa uno strano effetto scorrere la lista di quelle memorizzate sul telefono. Ogni rete è la traccia tangibile di un luogo, un momento. Un ricordo.

"SLCairport", dal viaggio nello Utah. Innumerevoli "attwifi" di Starbucks sparsi per il New England, e i "DDguest" di quando mi trascinavano a forza in un qualche Dunkin' Donuts. "MIT", uno scorcio della breve vita in confraternita; "Emerson GUEST", "BUguest", "BerkleeWireless", un lampo di tutti i college visitati. Il wifi di casa a New London, e quello della Opera House di Newport, dove ho ricevuto il mio battesimo come tecnico luci (memorabile per me, forse un po' meno per gli attori). La rete del Logan di Boston, che ho usato per rassicurare i miei appena atterrato.

E i ricordi si affollano, si intersecano davanti agli occhi. Incredibile come poco più di un mese mi abbia lasciato così tanto.

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